Adozione: quando cercare la propria famiglia biologica?
Come capire quando si è davvero pronti per intraprendere il viaggio alla ricerca delle proprie origini.

Non esiste un momento giusto o un momento meno buono.
Ci sentiamo chiedere spesso, durante la nostra vita, “perché cercare le tue origini quando hai già chi ti ama e ti cresce con tutto l’amore possibile?”
Ciò che spinge noi adottati a voler incontrare la nostra famiglia naturale può derivare da diverse idee che ci siamo creati fin da piccoli, ma quando siamo veramente pronti per fare i bagagli, acquistare un biglietto d’aereo e partire alla volta del nostro Paese natìo?
La verità è che non si è mai davvero pronti.
Ci sono però domande che dovremmo porci prima di fare questo grande passo, alcune cose che è bene sapere prima di partire.
1. Incontrare i propri genitori e venire a conoscenza del perché ci hanno dati in adozione può sembrarti, adesso, la cosa più importante per te, ma metti in conto che siamo umani e come tali abbiamo anche tanti desideri ed aspettative che non è detto che poi coincidano con la realtà che troveremo una volta a casa.
Potresti passare giorni a dire a te stessa che non era quello che davvero volevi.
Questo accade soprattutto quando il racconto della propria nascita ed i perché dell’adozione sono dolorosi.
Non tutti abbiamo un passato che ci piace raccontare, a volte vorremmo non sapere se siamo figli di abusi, di ladri, di genitori tossici o chissà cos’altro.
Devi essere preparata/o a questa possibilità perché sarebbe da incoscienti basare il proprio racconto del passato su belle idee, su pensieri che ci siamo raccontati per anni e che poi si rivelano essere più crudi e densi di vicende spiacevoli.
Essere pronti ad accogliere la propria storia è importante in questo percorso, così come è fondamentale fare un lavoro su se stessi per accettare ed imparare a perdonare gli altri e noi stessi.
In questa fase è bene chiedersi se è ciò che vuoi veramente o se è solo un capriccio dovuto ad una vita che ti sta stretta, che non ti piace.
Partire quando si è pronti, in questo caso, significa essere tranquilli e sereni abbastanza da poter affrontare qualsiasi tipo di realtà ci si presenti davanti.
2. Sentirsi fuori posto è qualcosa che può succedere non solo durante il tragitto, ma anche una volta trovata la famiglia naturale.
Anche in questo caso ci possono essere diversi pensieri che arrivano alla mente:
- cosa ci faccio qui?
- perché pensavo che sarebbe stato diverso e invece mi sento “vuota/o”?
- cosa davvero mi aspettavo?
- Perché “non sento niente”?
- Ho sbagliato tutto?!?
Penso che sentirsi spaesati sia normale perché, che lo si voglia o no, siamo cresciuti da un’altra parte, con usanze e credo diversi e ogni cosa per noi è nuova.
Se si arriva a destinazione con inoltre l’handicap della lingua diventa anche difficile comunicare ed esprimere i propri sentimenti. Anche questo può farti sentire distanze quanto basta a pensare che non ti senti a casa.
Inoltre, a meno che non ti abbiano adottata/o più grande, potresti sentire quel sottile distacco con i tuoi cari perché non li conosci.
Realmente tua madre e tuo padre ti hanno messo al mondo, ma non ci hai mai vissuto insieme e, come sappiamo, i rapporti non nascono dal niente anche se biologicamente il vostro sangue vi appartiene.
Cercare di non viaggiare su un solo binario coi pensieri, ma mantenere una mente aperta e provare a capirsi è il primo passo per iniziare a creare un dialogo costruttivo e di conoscenza da entrambe le parti.
Prova, per come riesci, a non giudicare le persone che hai davanti a te, ma cambia il tuo punto di vista e impara a metterti nei panni di quelle persone che, anni fa, per cause di forza maggiore o per motivi che per te possono non essere validi – ma lo erano per loro – hanno deciso per l’unica soluzione possibile: l’adozione.
Anche se può essere dolorosa la tua storia ricordati che è grazie a quel gesto loro, o di altri, che sei viva/o.
3. Se parti senza certezze di poter trovare qualcuno della tua famiglia pensa che potresti metterci settimane, mesi, anni nel riuscire a venirne a capo. Non tutti hanno la fortuna di trovare qualcuno di famigliare al primo tentativo.
Non scoraggiarti se questo dovesse accadere e non rinunciare a cercare, ci sono tante strade che puoi intraprendere.
Impara quindi a goderti anche il viaggio perché noi siamo anche la nostra terra con tutte le sfumature, con i milioni di profumi e modi di parlare.
Perdersi l’opportunità di vivere bene il proprio viaggio è da stolti e, per trovare se stessi, a volte basta mescolarsi col popolo da cui proveniamo.
4. Può succedere che non arriverai mai a scoprire chi ti ha dato la vita e dovrai imparare a rialzarti da quella che per te potrebbe essere una sconfitta.
Il mio invito, in questo caso, è di andare alla scoperta di chi sei imparando dalla tua terra.
Impara ad amarla per com’è, impara a lasciare andare il passato perché probabilmente una delle lezioni di questa vita è proprio quella di ricominciare da un foglio bianco.
Prenditi il tuo tempo per elaborare i tuoi sentimenti e le tue emozioni e cerca di liberarti dal vuoto che potrebbe derivarne.
Quando decidi di iniziare sii consapevole che sei figlia/o del mondo, non hai una storia perché sei sempre esistita/o e questo è un vantaggio su chi deve fare i conti ogni giorno su un passato che non ama, che deve imparare a trasformare in un futuro migliore.
Ricordati che non hai niente di meno di un altro.
Tu sei la storia del mondo intero e da questo puoi creare un meraviglioso capolavoro, ma prima è bene far pace con se stessi e con un “passato fantasma”.
Se sei in partenza o partirai a breve, ti auguro di trovare ciò che stai cercando.
Viviti il cammino dall’inizio alla fine perché ti assicuro che sarà sorprendente e meraviglioso.
Parti con leggerezza e goditi questo momento perché è solo tuo e merita di essere vissuto al massimo.
Ricordati però che se hai fatto questa scelta indietro non si torna.
Decidi e incamminarti con consapevolezza.
Se senti la necessità, la voglia di parlarne o di fare chiarezza resto a disposizione per una chiamata di consulenza gratuita.
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