Alla ricerca delle mie radici
Pensavo di riuscire a scrivere una volta arrivata. Pensavo di sedermi in spiaggia, davanti all’oceano, di riflettermi in esso scivolando tra cielo e nuvole. Ma non è stato come mi aspettavo. Un mondo nuovo, un Paese che mi aveva dato la vita quasi 32 anni fa. Una Casa d’anima perché non l’avevo mai vista prima, ma la voglia di arrivarci era parte di me, del mio essere. Un’attesa infinita. Di quando tutto ad un tratto non sai più perché sei partita, non hai più certezze, hai tante domande e se qualcuno ti chiede qualcosa non hai più risposte. Di quando non senti niente perché sei come un caos pieno e vuoto allo stesso tempo. Immagina di crescere senza sapere nulla, o quasi, di te. Immagina, poi, notti in bianco tra pensieri “lo faccio, non lo faccio?!?” e sei a un click di distanza. Di quando tutto era solo una domanda fatta di “appena ne avrò le possibilità lo farò”, ma gli anni passavano uno dietro l’altro senza che potessi accorgermene. Di 8mila chilometri di distanza, mai così lontani davvero, tanto da poterci toccare col pensiero. E mentre tutto prende forma, senza il tempo di capire niente, non ti resta che quell’incognita, mentre sei di ritorno : “ma io…chi sono?”
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